Auser Firenze ha svolto un’indagine approfondita e scientificamente valida sul tema della fragilità dei cittadini anziani di Firenze e aree limitrofe del Mugello e del Chianti fiorentino, associata a interventi sugli stili di vita. Da questa indagine è emerso che, benché molti anziani vivano da soli (quasi la metà del campione!), solo 1 su 6 di loro in caso di bisogno non ha solidi punti di riferimento familiari, di vicinato o di supporto da parte del volontariato sociale. Un altro dato interessante è che mediamente gli anziani sono tutt’altro che sedentari: persino gli ultra novantenni effettuano da 2 a 3 passeggiate di 1h a settimana.
Vi è tuttavia una parte di anziani, in genere i più indigenti, che non ha accesso a percorsi virtuosi volti a migliorare la qualità di vita. È proprio realizzando il progetto sulla fragilità che abbiamo iniziato ad accarezzare l’idea di un ambulatorio solidale e di un punto di ascolto e di orientamento sui percorsi sanitari.
Volete saperne di più? Ecco il dettaglio della nostra ricerca.
Analisi sulla fragilità nella popolazione anziana di Firenze e comprensori limitrofi
La fragilità è una sindrome geriatrica multidimensionale conseguente ai cambiamenti fisici, di salute, psicologici e sociali che tendono a verificarsi con l’avanzare dell’età. La fragilità è un forte predittore di eventi avversi quali cadute, ospedalizzazioni, ridotta qualità e attesa di vita. Gli stili di vita, segnatamente abitudini alimentari e attività fisica, sono componenti importanti della fragilità potenzialmente modificabili con adeguata informazione e sensibilizzazione.
Avendo ben chiare queste premesse, l’AUSER Firenze ha costruito un progetto articolato in incontri con cittadini anziani di Firenze città e aree limitrofe del Mugello e del Chianti fiorentino. Nel corso degli incontri sono state fornite informazioni sull’importanza di una corretta alimentazione ed attività fisica coinvolgendo i partecipanti in modo interattivo. Si è quindi proceduto alla presentazione e somministrazione di un questionario validato scientificamente idoneo ad identificare la fragilità. Il questionario è stato anche distribuito a tutti i partecipanti delle vacanze estive anziani del 2018, organizzate dal comune di Firenze e gestite dall’Auser. In questo caso, i partecipanti hanno compilato il questionario avvalendosi di dettagliate informazioni scritte.
Le 10 domande del questionario sono volte ad individuare la presenza di fragilità in vari ambiti, da quelli strettamente sanitari (ricoveri ospedalieri, numero di farmaci assunti giornalmente, dimagramento non voluto) a quelli specificamente sociali (vivere da soli, poter contare o meno su aiuto in caso di bisogno). Alcune domande infine sono volte ad individuare problemi di vista, memoria, facile stancabilità e tendenza alle cadute. La fragilità è stata identificata da 4 o più risposte probanti. È stato anche chiesto quante volte la settimana venivano effettuate passeggiate di 1 ora.
Abbiamo analizzato un campione di oltre 1000 cittadini di età avanzata (Fig 1)
con una elevata presenza di ultraottantenni, il 44%. Il genere femminile sfiora i ¾ del campione (Fig 2), a testimonianza della maggior propensione delle donne anziane a partecipare a momenti associativi. L’età media è simile nei 2 sessi.
Globalmente, solo ¼ del campione è definibile fragile (Fig 3),
con maggior prevalenza nelle donne rispetto agli uomini (Fig 4).
Gli ambiti dove la presenza di fragilità ha interessato oltre il 40% del campione, sono il numero di farmaci assunti giornalmente e il vivere da soli (Fig 5).
La risposta sul numero di farmaci non fa che confermare il ruolo significativo, ma non esclusivo, dello stato di salute nel determinare fragilità. Più interessante la risposta al vivere da soli, soprattutto se confrontata con la domanda 9 sul sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno (Fig 6).
A fronte di una larga parte di cittadine/i che dichiarano di vivere da sole/i (44%), solo una minima parte (16%) dichiara di non avere nessuno cui rivolgersi in caso di necessità. La stragrande maggioranza, ben l’84%, in caso di bisogno ha dei solidi punti di riferimento familiari, di vicinato o di supporto da parte del volontariato sociale.
Come atteso, la fragilità progredisce con l’età (Fig 7).
Di particolare rilevanza il dato della Fig 8.
Dai 60 anni in poi, non si modifica sostanzialmente la propensione a compiere passeggiate di almeno 1 h. La frequenza delle passeggiate settimanali è identica nelle classi di età 60-69 e oltre 90. Tale dato è particolarmente significativo se confrontato ai dati regionali che indicano una elevata prevalenza di sedentarietà nelle classi di età inferiori a quelle da noi analizzate, adolescenti inclusi.
Riepilogando, dall’analisi di mille soggetti residenti nell’area fiorentina, 1 anziano su 4 può essere definito “fragile”. Si sale ad 1 su 3 negli ultraottantenni ed a poco meno di 1 su 2 negli ultranovantenni. Pur in presenza di elementi di fragilità, neanche chi ha ottanta anni o più rinuncia alla passeggiata. Ed infine, un dato sociale di grande rilevanza: se è vero che quasi la metà degli anziani vive da solo, è pur vero che solo una minima parte di loro dichiara di non avere precisi punti di riferimento cui rivolgersi in caso di necessità.