Funzionano le mascherine lavabili in stoffa?
Se ben strutturate, le mascherine lavabili in stoffa svolgono adeguatamente la loro funzione protettiva. Lo rivelano alcuni test effettuati da organizzazioni terze, come l’Associazione Altroconsumo.
Possono rappresentare quindi una valida alternativa alle mascherine chirurgiche usa e getta anche perché hanno un minore impatto ambientale.
Ma come fare per riconoscere quelle veramente adatte?
Non esistono a priori materiali più o meno efficaci: le performance dipendono dall’intreccio di più fattori quali la compattezza del tessuto, il numero di strati sovrapposti e da alcuni dettagli costruttivi.
In generale, anche dopo il lavaggio le prestazioni sono mantenute, con valori di efficienza di filtrazione che si abbassano di poco. Esistono diversi prodotti, anche economici, che garantiscono almeno 30 lavaggi: possono essere utilizzati per un mese intero lavandoli tutti i giorni.
Purtroppo l’etichetta dice molto poco sull’efficacia del prodotto, perché non esiste in Italia uno standard di qualità. Bisognerebbe quindi introdurre uno standard minimo ed un logo che permetta al consumatore di riconoscere quelle che rispondono ai requisiti. Analoghi dubbi riguardano l’efficacia delle mascherine in stoffa con uno strato interno in TNT (tessuto non tessuto) che può essere sostituito periodicamente.
In attesa che vengano definiti standard di qualità per tutti i tipi di mascherine e considerato che siamo nuovamente impegnati in una “guerra” (anche contro l’ignoranza e la superficialità di troppi), forse è arrivato il momento di privilegiare le “armi” su cui ci sia già evidenza di efficacia.
Perciò: mascherine chirurgiche sempre e mascherine FFP2 nelle situazioni di maggior rischio, come ambienti sanitari.